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Barone Pizzini, viticoltori d'ambiente: nelle Marche la prima vendemmia biodinamica







Silvano Brescianini, Direttore Produzione: “Dopo 10 anni di bio siamo sempre più convinti della qualità superiore dei vini prodotti da viticoltura biologica. Adesso vogliamo testare le potenzialità della biodinamica”

Pubblicato il: 03/04/2008 - 13:16:43     ::Letto 376 volte

La biodinamica: trend in crescita nel mercato vinicolo internazionale

 

Verona, 3 aprile 2008 – Dopo due anni di conversione alla biodinamica della tenuta marchigiana Pievalta (già biologica come tutte le tenute di Barone Pizzini, storica azienda vitivinicola della Franciacorta e la prima a produrre bollicine DOCG da viticoltura biologica), arriva la prima vendemmia biodinamica di Barone Pizzini, per la quale è attesa a breve la certificazione del marchio internazionale DEMETER.

 

Come sottolinea Silvano Brescianini, Direttore Produzione di Barone Pizzini, “Quando nel ‘98 abbiamo deciso di intraprendere la strada del biologico, l’abbiamo fatto nella ferma convinzione che questo fosse il presupposto indispensabile per una qualità superiore dei vini e a distanza di 10 anni siamo più che mai sicuri di aver fatto la scelta giusta. E’ stata proprio la nostra costante ricerca della qualità, della sostenibilità ambientale quale garanzia di genuinità e di tipicità del terroir ad avvicinarci, con curiosità ed interesse, alla biodinamica, intesa come un’agricoltura di cultura, per sperimentarne potenzialità ed effetti. La biodinamica è al centro di ampi dibattiti ultimamente che noi per primi vogliamo approfondire e testare e il modo migliore è farlo sul campo. Sicuramente non può esserci biodinamica senza viticoltura biologica e sulle garanzie che quest’ultima assicura in termini di superiorità qualitativa non abbiamo dubbi”.

 

La biodinamica è un metodo di coltivazione che nasce da una concezione ‘olistica’ della vita e della natura: le piante, gli animali, l’azienda agricola, il pianeta sono legati in un sistema di complesse relazioni che richiedono osservazione, conoscenza e metodo affinché il prodotto dell’agricoltura sia a sua volta denso di vita.

L’agricoltura biodinamica, come quella biologica, esclude l’elaborazione chimica e la manipolazione genetica e incoraggia invece la vita microbica di ciascun terreno il cui carattere autentico viene rafforzato concimando con sostanze vegetali e animali. Allo stesso modo si migliora la fotosintesi e si rafforza l’immunità della vite rispettando l’equilibrio naturale della fauna e della flora.

 

Nell’ultima edizione del BioFach, il Salone mondiale dei prodotti biologici e la più importante fiera specializzata di vini bio nel mondo, la biodinamica è emersa come trend in crescita a livello mondiale nel settore vitivinicolo. Alcune fra le migliori aziende vitivinicole francesi si sono già convertite alla biodinamica e il Clos de la Coulèe de Serrant, uno dei vini bianchi francesi di culto, è prodotto da uno dei profeti della viticoltura biodinamica, Nicolas Joly. Enologi di fama mondiale ed esperti del settore sono convinti del contributo che la biodinamica è in grado di dare all’ottenimento di una qualità superiore in vigna e nel prodotto finale e alla possibilità di  preservare, esaltandola, la tipicità del terroir.

 

La tenuta marchigiana Pievalta di Barone Pizzini, ventinove ettari certificati in biologico e biodinamico (su due vigne che secondo la tradizione sono tra le più vocate dei Castelli di Jesi) nasce per realizzare un progetto di valorizzazione del verdicchio, sperimentando l’ancestrale vinificazione in anfora. L’applicazione dei metodi della viticoltura biodinamica è iniziata nel 2005, rompendo il suolo, a filari alterni, con una ripuntatura e seminando del favino da sovescio per garantire la giusta areazione anche agli strati più profondi del suolo. Si è iniziato a distribuire sul terreno il preparato 500p (corno letame) che è uno stimolo per l’attivazione della vitalità e della fertilità del terreno e, dopo soli due anni, la vigna risponde producendo tralci più vigorosi e robusti.

Alessandro Fenino, responsabile di Pievalta ha aggiunto: “Ad una presentazione del suo libro, Nicolas Joly disse che i vini prodotti da uve biodinamiche hanno, a differenza di quelli da uve convenzionali, la seconda parte di bocca più ricca. Mi sembrava già un motivo più che sufficiente per praticare l’agricoltura biodinamica. I nostri verdicchi ora hanno tutti quella “seconda parte di bocca”. Senz’altro è dovuto all’importante componente di calcare dei nostri suoli, ma senza delle buone radici ed un suolo vitale quelle sensazioni minerali non arrivano all’uva e non passano al vino.”

 

La prima vendemmia biodinamica di Barone Pizzini è in attesa di ricevere la certificazione DEMETER, il marchio internazionale (rappresenta circa 3000 produttori Demeter in ben 35 stati.) che controlla e certifica l'intera gamma dei prodotti biodinamici provenienti da tutto il mondo.

I requisiti Demeter olistici superano di gran lunga, per rigore, le norme fissate dal governo. Non sono consentiti prodotti irradiati, fumigazione né ingredienti geneticamente modificati. Per poter riportare il marchio registrato Demeter, i prodotti devono contenere almeno il 90% di ingredienti di qualità Demeter. Conditio sine qua non per ottenere la certificazione DEMETER è che i terreni siano rigorosamente biologici.

 

La prossima tenuta Barone Pizzini che avvierà la richiesta per ottenere la certificazione DEMETER è quella toscana di Scansano, nei Poderi di Ghiaccioforte, dedicata al Morellino.

 

Barone Pizzini: viticoltori d’ambiente

 

Nata nel 1870 dall’omonima famiglia nobiliare, Barone Pizzini è una delle più antiche aziende vitivinicole della Franciacorta.

La metà degli anni ‘90 segna l’avvio della sperimentazione della viticoltura biologica, sul modello di grandi cantine francesi, fuoriclasse del panorama internazionale che da sempre li applicano.

 

“Viticoltura biologica” significa che in campagna, per la difesa e il nutrimento delle piante, si usano solo sostanze che si trovano in natura o che l’uomo può ottenere con processi semplici. Niente elaborazione chimica o manipolazione genetica, niente OGM, fertilizzanti o pesticidi chimici di sintesi.

 

Oggi, in tutte le tenute Barone Pizzini, presente anche in altre regioni vocate come Toscana (a Scansano, con il Morellino), Marche (nei Castelli di Jesi con il Verdicchio) e Puglia (nel Salento, con gli autoctoni Primitivo e Negroamaro), nascono vini esclusivamente da uve bio.

Tutti i vigneti Barone Pizzini sono certificati secondo il disciplinare della viticoltura biologica e l’impegno continua anche dopo, con metodi di lavorazione in cantina volti a preservare intatte le caratteristiche che la natura ha saputo donare all’uva.

 

Alla produzione del vino si aggiunge il progetto Eleiva per la produzione di olio extra-vergine d’oliva: una ventina di ettari di uliveti in Toscana, a Scansano, per produrre un’edizione limitata di bottiglie da selezionate cultivar.

Nel 2006-2007 ulteriori e importanti investimenti sono stati concentrati in Franciacorta per la costruzione della nuova cantina, 6.000 metri quadrati, su tre livelli, realizzati secondo criteri di architettura eco-compatibile.

Ad un passo dalla nuova cantina si trova il Borgo Barone Pizzini, sede storica dell’azienda, che comprende oggi il Ristorante Santa Giulia, il Museo Agricolo, l’Osteria Wine Shop “La Licenza” e quattro camere per un soggiorno di charme tra le colline vitate di Franciacorta e la Riserva Naturale delle Torbiere. Nel Borgo sono in corso i lavori di riadattamento della vecchia sede per accogliere iniziative enoturistiche, culturali e servizi di ospitalità.



Per ulteriori informazioni:

Ufficio Stampa Barone Pizzini -  Carl Byoir & Associates

tel: 02 3314593

Annalisa Nunziata – [email protected]

Giulia Wagner[email protected]



Autore: Ufficio Stampa Barone Pizzini

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